Vigel: un’azienda senza confini
VIGEL: UN’AZIENDA SENZA CONFINI | ARTFOREXCELLENCE
All’ingresso dello stabilimento di Borgaro T.se, alle porte di Torino, VIGEL spa ti stupisce con la sua dimensione umana ed il calore di una famiglia. Fabrizio Pesce, suo amministratore delegato, ci racconta come la terza generazione riesca a portare avanti un progetto internazionale, legato alle macchine utensili, iniziato ad opera del nonno, nel lontano 1947.
Cosa significa Vigel e com’è nata l’azienda? Qual è il vostro core business e quali sono i vostri clienti? Vigel nasce nel 1947 da 3 soci da cui deriva il nome: VIotti GEninat e Leone. Solo inseguito l’azienda viene diretta unicamente da mio nonno materno, Geninat e poi da mio padre Alberto Pesce. Il nostro core business è la costruzione di beni strumentali; inizialmente macchine speciali altamente produttive, oggi macchine multimandrino altamente performanti. Il nostro settore è quello dell’automotive; i nostri clienti sono principalmente i car makers e i loro fornitori di componentistica. Di recente, abbiamo concluso una commessa molto prestigiosa per General Motors da realizzare su una piattaforma tra le più importanti del Nord America. Con un trasporto eccezionale, due aeromobili Antonov sono arrivati all’aeroporto di Caselle, per il carico di enormi macchinari diretti a Detroit.
Quando e come inizia il processo di globalizzazione di Vigel? Sono previsti ulteriori investimenti verso l’estero? Da sempre, la nostra azienda ha un imprinting verso l’internazionalizzazione, dovuto sia alle necessità di mercato, sia alle scelte imprenditoriali lungimiranti di mio padre. Il premio “exporter”, destinato alle imprese che varcano i confini nazionali, è stato assegnato a Vigel nel lontano 1979. Nel periodo in cui mio padre fu amministratore fino al 2014, ci fu uno slancio verso l’estero; egli comprese che era necessario presidiare i mercati esteri, perciò iniziammo ad investire negli USA, in Cina e in India e per il futuro prevediamo investimenti per il rafforzamento in questi paesi. Abbiamo 71 anni di vita, è un traguardo importante e riteniamo che queste scelte abbiano profondamente indirizzato l’azienda verso il successo.
Uno dei punti di forza della vostra azienda è la qualità riconosciuta da certificazioni e premi, anche assegnati da vostri clienti. Ci racconta quanto questi siano per voi uno stimolo al miglioramento continuo? L‘azienda non può prescindere dagli alti standard qualitativi internazionali imposti e sarebbe impossibile continuare a lavorare con grandi gruppi automotive. I clienti sono condizione necessaria di sussistenza economica ed un forte push trasversale per l’organizzazione. Perciò i nostri sforzi sono indirizzati al continuo miglioramento e alla soddisfazione del cliente.
Qual è il vostro approccio verso l’ambiente e la green economy? Non solo le procedure, ma anche i prodotti seguono questa nuova tendenza alla green economy. Rispetto ad una volta, i macchinari hanno funzionalità diverse di energy saving, che recuperano l’energia in surplus, sleep mode functions per lo standby, painting ed emulsioni a basso impatto ambientale.
Quanto l’arte è vicina al vostro business e per quale motivo avete deciso di aderire ad Art for Excellence 2018? C’è dell’arte anche nel nostro mondo, perché il nostro prodotto finale viene pensato, disegnato, sviluppato e realizzato ad opera d’arte. Negli anni, per celebrare i momenti importanti dell’azienda, ci siamo affacciati al mondo dell’arte made in Italy, per lasciare un ricordo dei nostri traguardi. Questo progetto ci sembrava interessante ed attinente al nostro modo di vivere l’azienda. Insieme all’artista abbiamo pensato di unire due aspetti fondamentali della nostra attività: il capitale umano ed il capitale tecnologico. Gigi Piana infatti per realizzare la sua opera ha utilizzato un nostro pezzo; un mandrino inserito in un mappamondo e alla base un cervello: quello che dà vita attraverso le idee ai nostri macchinari.
Alessandra Vendola