Per Afe Sargomma mette in gioco determinazione e dinamicità
PER AFE SARGOMMA METTE IN GIOCO DETERMINAZIONE E DINAMICITA’ | ARTFOREXCELLENCE
Se vi dicessero che dalla gomma si possono creare grandi cose ci credereste? Oggi Giulia Carminati ha intervistato Brigitte Sardo, Direttore Generale di Sargomma e presidente dell’APID, che ci ha svelato con femminilità, fermezza e flessibilità cosa si cela dietro il marchio Sargomma e in che modo si accomuna ai valori di Art For Excellence.
Come è nata Sargomma? La scelta del nome ha radici profonde. C’è una base di storia ed eredità familiare, “Sardo” è infatti il mio cognome mentre “Gomma” è la nostra peculiarità. Sargomma è nata a Torino nel 1981 ed è stata fondata da mio padre. Io oggi rappresento la seconda generazione, a capo di un’azienda che fornisce componentistica in gomma e plastica per il mercato dell’automotive. Progettiamo, realizziamo e seguiamo il cliente a 360°.
Nati a Torino, ora i prodotti Sargomma si muovono in tutto il mondo. Qual è il vostro segreto? Il segreto del nostro successo è comune a una serie di piccole aziende del territorio. Negli anni di crisi abbiamo diversificato i mercati di riferimento. Ha inoltre aiutato, l’essere andati presto all’estero, essersi cimentati in territori internazionali. Questo è il segreto che ha salvato l’azienda dalle varie crisi che si sono incontrate negli ultimi decenni.
Dinamicità, flessibilità e movimento sono caratteristiche dell’azienda. Quanto lontano vuole arrivare Sargomma? Vi rispondo partendo dalla storia del nostro logo, che è cambiato da quando ho preso in mano la dirigenza, l’unica cosa che ho voluto modificare. Raffigura una palla di gomma arancione. Volutamente di gomma, perché vuole andare lontano, rotolando, in morbidezza, alla scoperta di nuove esperienze. Simboleggia dinamicità e flessibilità, tipiche di un elemento che si muove veloce, capace di sorprendere e catturare, una forma efficiente, nata per andare lontano. L’idea è quella di seguire il movimento del nostro logo per andare incontro ai mercati, con la voglia di creare qualcosa che possa nel corso degli anni continuare ad esserci, sfruttando al meglio le nostre conoscenze e competenze.
Nel 2021 raggiungerete un traguardo importante: 40 anni di attività. Ci sono cambiamenti all’orizzonte? In realtà non è la data a rappresentare per noi un punto di riferimento o di arrivo. Contano le opportunità che si riescono a cogliere sul mercato. In questo momento sosteniamo un progetto industriale di crescita, anche sul mercato, di cui è prematuro parlare, ma non aspetteremo di certo il 2021 per metterlo in atto. Il cambiamento è più vicino di quanto si pensi.
Sargomma si definisce un caso concreto di applicazione di Industria 4.0 nel settore gomma e plastica. Quali modifiche e cambiamenti state realizzando sulla base di un nuovo modello di business digitalizzato? L’industria 4.0 è una sfida che abbiamo deciso di cogliere e certamente altre PMI stanno seguendo il nostro esempio. Siamo contenti e felici di aver portato all’interno della nostra azienda un modello di business digitalizzato. Non si tratta di un mero processo di industrializzazione relativo all’automazione della produzione. Abbiamo deciso di credere in un modello di business digitalizzato e completo, che coinvolge anche le procedure interne e l’organizzazione.
Quanto lavoro si cela dietro un prodotto Sargomma? Tanto lavoro ma soprattutto di squadra. Quando parlo di squadra mi riferisco a tutte le persone che lavorano in azienda fianco a fianco ogni giorno. Ma anche ai nostri clienti e fornitori, che si interfacciano con i nostri dipendenti. Sono fermamente convinta che senza il lavoro di squadra, non si potrebbe raggiungere nulla.
Ha preso in mano le redini dell’azienda negli anni ‘90. A quei tempi, una ragazza in questo settore era considerata una stranezza? La passione per Sargomma è nata all’inizio degli anni 90, tempi molto diversi da quelli odierni. I giovani avevano meno opportunità. Per me è stata una scelta molto naturale, che ho vissuto anche in maniera probabilmente inconscia. Spettava a me l’azienda di famiglia. Dovevo continuare il sogno di mio padre, che si è messo in proprio all’età di 50 anni, quando i suoi coetanei a quel tempo andavano in pensione. Ero giovane, quindi ho dovuto fare la gavetta, come tanti altri. Non ho mai percepito una grande incredulità relativa al mio essere donna. In questi anni ho lavorato sulla professionalità, perché se hai la competenza, non ci sono differenze, di nessun genere.
Poco più del 20% delle imprese italiane è guidata da donne, mentre raggiungono il 26% in tutto il mondo. È questo il paese giusto per le imprenditrici che si vogliono affermare nel settore industriale? In quanto presidente dell’APID (associazione delle PMI torinesi al femminile), mi confronto quotidianamente con donne che ce l’hanno fatta, seppur con difficoltà. Per avere successo contano professionalità e competenza. In Italia è bello restare, proprio perché c’è da lottare per ottenere un certo livello. Trovo che sia un po’ come essere pioniere. È importante però avere le idee chiare per costruire il proprio futuro, anche in Italia. Così come avviene per i membri dell’APID, si sceglie di essere un punto di riferimento per tutte quelle donne che si stanno approcciando o per quelle che pensano di non farcela. Sono sicura che di base ce la si possa fare, basta volerlo.
La figura di una donna imprenditrice: ci sono differenze tra il nostro Paese e l’estero? Avendo clienti anche internazionali, non ho trovato differenze radicali. Qualche mercato, per tradizione, è un pochino più indietro nella valorizzazione della figura della donna (mi riferisco a paesi dell’estremo oriente, o dell’India), ma anche loro stanno facendo dei passi avanti. Per me non esiste distinzione tra uomo o donna, esiste il lavoro. Molte volte mi confronto con donne o con uomini, ma è un confronto alla pari, per quanto mi riguarda, non mi sento discriminata.
Qual è il motivo per cui Sargomma ha deciso di aderire ad un progetto di cultura imprenditoriale come ART FOR EXCELLENCE? Sargomma è un’azienda che, nonostante i suoi anni, è ancora giovane, curiosa; che ha voglia di confrontarsi con nuove sfide e che ama ogni forma d’arte . Recentemente infatti ho aperto una società collegata alla cinematografia. Certamente il mercato a cui si rivolge Art for Excellence non è il nostro mercato, ma non importa. È importante esserci, far vedere che nonostante si tratti di un’azienda tradizionale, si possono percorrere sentieri alternativi per fare comunicazione.
Cosa vi aspettate di ottenere o imparare da un’esperienza così fuori dal settore automotive? Ci aspettiamo di comunicare la nostra passione, la nostra curiosità e la nostra capacità di affrontare una diversa forma di contenuti. E poi sarebbe interessante portare in azienda l’opera realizzata per rappresentarci in mostra, come ricordo di questa esperienza.
Sargomma metterà a disposizione dell’artista Octavio Floreal materiali tipici della propria produzione. Quale sarà il risultato del dialogo tra arte contemporanea e settore automotive? Siamo un’azienda difficile, sarà una sfida per entrambi. Io la vedo come un proseguimento della vita dei nostri componenti che, essendo in gomma, non si possono riciclare. In qualche modo muoiono quando non vengono più utilizzati, poiché non hanno più una loro funzione. Art For Excellence ci ha offerto quindi un modo per continuare a farli vivere, in una forma completamente diversa, in una materia completamente diversa.
Giulia Carminati