Mepit e Enrico Tommaso De Paris: l’arte come esplorazione
MEPIT E ENRICO TOMMASO DE PARIS: L’ARTE COME ESPLORAZIONE | ARTFOREXCELLENCE
L’intervista completa a Luca Pigato, A.D. di Mepit, e Enrico Tommaso De Paris, artista che Art For Excellence ha abbinato all’azienda stessa.
Art For Excellence: Quale è stato l’episodio che, a suo avviso, ha fatto nascere la sua impresa?
Luca Pigato: Come dice sempre mio padre: “Non c’è cosa peggiore del formare un dipendente e lasciarlo andar via”. MEPIT infatti è nata nel 1969 ad opera del fondatore Giuseppe Pigato (nonché mio padre), tuttora presente in azienda. A seguito di una proposta di assunzione in Fiat, il suo titolare – intravedendo già in lui l’intelligenza, l’intraprendenza e l’intuizione che lo contraddistinguono – pur di non perderlo gli propose la cessione dell’attività, una tipica azienda artigiana degli anni ’60, composta da 4 dipendenti con 2 torni paralleli, 2 fresatrici e 1 trapano a colonna in un basso fabbricato di poco più di 250 mq.
AFE: Qual è la vostra missione? Che cosa vi proponete?
LP:
Il nostro lavoro quotidiano è sempre più orientato verso nuovi processi tecnologici per soddisfare le necessità della nostra clientela nazionale e internazionaleproponendo soluzioni innovative. In questo periodo siamo in piena 4ª rivoluzione industriale e stiamo progettando e pianificando la completa digitalizzazione della nostra azienda. Abbiamo lanciato il progetto MEPIT 4.0 ove, anche grazie ai suggerimenti di tutti i nostri collaboratori, stiamo procedendo alla realizzazione della nostra vision per la MEPIT del prossimo futuro.
AFE: Qual è il vostro tratto distintivo, la vostra firma nell’attività che fate?
LP: In una parola sola: PASSIONE! Lei consideri che ai giorni nostri, seppur la tecnologia migliori sempre più, continuano ad essere sempre le persone a fare la differenza. Ecco noi abbiamo deciso di cercare valorizzare le persone attraverso la tecnologia per fornire un servizio ed un prodotto di eccellenza. Questo è possibile solo attraverso la grande passione che anima tutto il MEPIT team.
AFE: Che cosa vi ha coinvolto del progetto Art For Excellence?
LP: MEPIT mira da sempre all’eccellenza e pertanto ha sempre dedicato grande attenzione all’innovazione tecnologica ed allo sviluppo delle competenze del proprio team per soddisfare, e tentare di superare, le esigenze dei propri clienti. Abbiamo però voluto ampliare i nostri orizzonti ad aspetti sociali dedicando, da diversi anni, parte del nostro budget ad iniziative di solidarietà. Non avevamo ancora avuto però un’ esperienza in campo artistico-culturale ed ecco perché abbiamo avuto il piacere di aderire al progetto di Art For Excellence.
AFE: Colori fluo, neon, elementi plastici: il tuo è un immaginario davvero complesso, che si serve di molte tecniche. Come sei arrivato a questa forma espressiva?
Enrico Tommaso De Paris: Le tecniche che uso sono al servizio dei concetti che porto avanti da anni, il lavoro quotidiano e le differenti possibilità espressive si autoalimentano proprio in questo modo. Le tecniche sono al servizio del pensiero, non sono mai l’opera. Posso dire che i materiali più usati sono le intenzioni, i pensieri, i timori, le riflessioni, i propositi, l’amore e la paura.
AFE: Quali sono gli ambiti da cui attingi per creare le tue opere? Da cosa prendi spunto?
ETDP: La vita quotidiana, la ricerca scientifica, le problematiche socio-politiche, la poesia. Le inquietudini e le gioie entrano nel mio immaginario e lo stimolano a creare nuove visioni, nuove suggestioni.
AFE: La tua pittura esce dalla tela per invadere lo spazio. Qual è il tuo intento nei confronti dello spettatore? Che tipo di rapporto credi si instauri con le tue opere?
ETDP: Credo che lo spettatore d’Arte si lasci affascinare e coinvolgere dall’opera che ha di fronte in modo assoluto. Il mio linguaggio usa diverse tecniche e organizza segni e strutture proprio per arrivare a questo trascinamento, portarlo quasi a una complicità di emozione. Comprendo che il mio linguaggio è in controtendenza, ma vorrei trasmettere all’essere umano positività e dinamicità, stimoli per costruire un mondo migliore.
AFE: Come artista, la responsabilità di interpretare la società moderna ti pesa o la reputi un privilegio?
ETDP: La vita diventa sempre più complicata per la maggior parte delle persone, la fascia di povertà si allarga orizzontalmente in modo preoccupante. I sistemi finanziari dettano legge anche quasi annullando la politica e gli sforzi della gente per migliorare il livello della propria vita. I condizionamenti indotti dalle multinazionali alla vita dei popoli fa crescere i loro guadagni e diminuire lo spirito critico della gente. Tutto questo non mi pesa ma mi fa certamente molto male. Credo nell’Arte come volano di sensazioni, propositi, speranze ed emozioni.
AFE: Lo slogan dell’azienda a cui sei stato abbinato è “Plasmiamo la materia”. È una sintesi in cui credi di poterti rispecchiare anche tu come artista?
ETDP: Come artista penso di essere io plasmato dalla materia che mi circonda, nel senso che se non ci fosse il mondo che mi gira intorno io non esisterei, quindi nemmeno le mie opere.
AFE: Ci puoi svelare qualcosa dell’opera che stai realizzando per Art for Excellence?
ETDP: L’opera è un “mobile” della serie >CHROMOSOMA<, una visualizzazione del DNA dell’uomo del futuro. Un essere umano inglobato dalla tecnologia e forse relegato a diventare parte del grande sistema tecnologico che lui stesso ha creato.