Gruppo Ferrero e Piero Gilardi: la relazione che crea valore
GRUPPO FERRERO E PIERO GILARDI: LA RELAZIONE CHE CREA VALORE | ARTFOREXCELLENCE
Un punto in comune tra il modo di fare impresa del Gruppo Ferrero e il modo di fare arte di Piero Gilardi si basa sulla relazione.
Per il presidente, il Dott. Giuseppe Ferrero, è la relazione costruita con le persone il vero valore aggiunto del suo lavoro. Mentre per Piero Gilardi è l’opera che deve costruire relazione con gli osservatori.
Ecco l’intervista completa a questi due protagonisti di Art For Excellence 2017.
Art For Excellence: Qual è il punto di partenza di Gruppo Ferrero?
Dott. Giuseppe Ferrero: Siamo la terza generazione e la nostra avventura inizia con mio papà che da garzone di muratore diventa raccoglitore di stracci e di rottami.
Negli anni 30’, giovanissimo, si appassiona al mondo del ferro e comincia a mettere le basi per una piccola azienda di rottami e di commercio di ferro. Successivamente parte per la guerra come partigiano e l’azienda viene chiusa. Il coraggio imprenditoriale e la passione non fermano mio padre che, dopo il conflitto mondiale, capisce che l’acciaio era un elemento essenziale per la ricostruzione e nel 61’ acquista la prima acciaieria alle basse di Stura.
Quello che ho appena raccontato è l’inizio del percorso imprenditoriale che ci ha portato ad essere uno dei più grossi player in campo nazionale e internazionale nella acciaierie per prodotti lunghi (per cemento armato e laminati mercantili). Un altro passaggio importante e cruciale mi vede protagonista: nel 2001, scelgo di vendere la produzione siderurgica ed entro nel campo dell’energia rinnovabile. A Donnaz, in Val d’Aosta, avevamo una centrale energetica all’interno di un’azienda siderurgica. Abbiamo quindi creduto sempre di più nel campo dell’energia. Si è rivelata una scelta corretta, oggi è il core business, nonostante la diversificazione che abbiamo inserito nel gruppo (siderurgico, agricolo e finanziario).
Dal 2003 ad oggi siamo arrivati a 17/18 centrali idroelettriche in Italia e stiamo ancora costruendo in sudamerica.
AFE: Cosa considera come vostra impresa?
GF: Posso parlare di missione imprenditoriale, strategica: cogliere il cambiamento di mentalità delle persone. Per esempio, nel campo dell’energia, le persone, oggi più consapevoli, chiedono le rinnovabili. Il nostro compito è stato soddisfarle e nei programmi futuri sarà inserita sempre produzione di questo tipo di energia: idroelettrica in primis e solare risolvendo alcune problematiche ancora aperte.
Un altro tipo di mission è quella di posizionare il valore della persona in parallelo a quello d’azienda. Al primo posto, per un imprenditore ci deve essere il successo dell’impresa, il valore delle persone è importante perché l’impresa abbia crescita continua. Perciò abbiamo sempre cercato di creare relazioni di qualità tra le persone che sono in azienda e che per noi lavorano. Per esempio, non abbiamo mai licenziato nessuno e anche quando abbiamo fatto delle ‘ristrutturazioni’ (nella crisi del 2008/2010) abbiamo trovato soluzioni alternative al licenziamento. Anche quando abbiamo dovuto rinunciare ad alcune attività, le abbiamo sempre vendute ad un partner italiano, ci sembrava il modo più corretto per mantenere dei posti di lavoro, pur potendo fare scelte economicamente più vantaggiose.
AFE: Come si firma, Gruppo Ferrero? In cosa si riconosce?
GF: Siamo un gruppo molto famigliare, siamo legati al mini-capitalismo italiano, siamo nati nel dopoguerra, ci siamo evoluti in questi anni fino ad arrivare alla terza generazione. Quindi abbiamo dato continuità, ed è un processo molto difficile perché il rapporto intergenerazionale oggi è complesso. Non è stato semplice perchè alcune ambizioni personali dei nostri figli, in modo consapevole e responsabile, sono state sacrificate per la continuità del gruppo. Siamo un’impresa di famiglia, con valori etici, che cerchiamo di portare avanti, con la passione per il rischio del vero imprenditore.
AFE: Cosa vi ha convinto a far parte di Art For Excellence?
GF: All’incipit di tutto c’è profonda stima nei confronti di chi ha creato il progetto. E’ interessante perché coniuga l’impresa e l’arte, due delle cose che ci appassionano maggiormente.
Art For Excellence coniuga artisti con respiro internazionale legato ad aziende fortemente radicate sul territorio ma, anche esse, con respiro internazionale. Esattamente come il Gruppo Ferrero: radici fortemente torinesi ma con l’anima di impresa internazionale.
AFE: Alcune delle tue creazioni più note vedono l’elemento naturale tradotto in un materiale estremamente artificiale: il poliuretano. Vuoi raccontarci cosa c’è dietro questa scelta?
Piero Gilardi: Negli anni Sessanta la sensibilità ecologica non era matura come oggi, e quando ho iniziato a fare i tappetti-natura la mia urgenza creativa era quella di offrire una fruizione corporea del paesaggio naturale, dunque realizzata con il morbido poliuretano espanso delle imbottiture delle poltrone.
AFE: Quanto è importante per te l’interazione tra l’opera e lo spettatore?
PG: L’interazione tra l’opera e lo spettatore è per me fondamentale poiché penso che oggi tutta l’arte abbia lo status di un atto relazionale. Anche i tappeti-natura erano “in nuce interattivi” perché avevano una “memoria di forma”.
AFE: Nel tuo lavoro c’è molta attenzione verso le nuove tecnologie. Cosa ti affascina di questo campo?
PG: Le nuove tecnologie, a partire dagli anni della cosiddetta “rivoluzione informatica”, hanno cambiato profondamente, nel bene come nel male, la nostra vita e noi artisti continuiamo a interrogarci su quale è il loro uso appropriato nella prospettiva del riequilibrio ecologico dell’ambiente naturale e dei bisogni umani.
AFE: Sappiamo che hai avuto esperienze creative all’estero. Come hai scelto i luoghi in cui cimentarti?
PG: Ho lavorato un anno a New York – il 1967 – perché a quel tempo era la “capitale mondiale” dell’arte, grazie alla fama della Pop Art. Poi ho lavorato per un decennio a Parigi poiché negli anni ’80 è stata un centro artistico per il connubio Art/Sciences/techologies grazie al Parc de la Villette.
AFE: Sei stato abbinato a un Gruppo che mette insieme più imprese tra cui c’è una forte interconnessione. La pluralità, la collettività sono temi portanti anche nel tuo lavoro?
PG: Il lavoro di gruppo è sempre stato per me fondamentale, a partire dall’“alternative space” Deposito d’Arte Presente del 1967 a Torino fino all’odierna esperienza con l’Equipe che gestisce il Parco d’Arte Vivente della Città di Torino.
AFE: L’opera ideata per Art for Excellence sta prendendo forma. Vuoi accennarci qualcosa?
PG: L’opera che ho ideato per “ART for EXCELLENCE” mi è stata ispirata da una delle mie consuete passeggiate in montagna alla ricerca di scorci di natura sorprendenti da disegnare en plein air. Nello specifico di quest’opera, si tratta dell’immagine primaverile di un torrente montano nel momento in cui le nevi e i ghiacci invernali si sciolgono.