Acqua Sant’Anna e Caretto – Spagna: l’arte di continuare a cercare
ACQUA SANT’ANNA E CARETTO – SPAGNA: L’ARTE DI CONTINUARE A CERCARE. | ARTFOREXCELLENCE
L’abbinamento tra Acqua Sant’Anna e gli artisti Caretto-Spagna nasce nella continua ricerca.
Nel caso di Alberto Bertone, Presidente e AD Fonti di Vinadio SpA, è una continua ricerca in ambito aziendale, per essere pionieri e fuori dagli schemi consueti. Per il duo Caretto-Spagna come disponibilità a mettere continuamente in discussione le proprie idee.
Scoprite tutte le sfaccettature del loro modo di “ricercare” nell’intervista completa.
Art For Excellence: Quale è stato l’episodio che, a suo avviso, ha fatto nascere la sua impresa?
Alberto Bertone: Quando a metà degli anni Novanta, con mio padre Giuseppe, ci recammo a Vinadio, convinti dai racconti di alcuni amici che lodavano la qualità dell’acqua di questa valle cuneese, vicina al confine con la Francia. Fu un colpo di fulmine, con l’acqua e con il suo ambiente incontaminato. Da tempo stavamo valutando di diversificare la nostra attività, concentrata nell’edilizia, ma non sapevamo nulla dell’acqua minerale. L’intuito e la voglia di metterci alla prova ci spinsero a cogliere quella sfida e lo facemmo con l’umiltà di chi sa di non sapere. Nonostante le grandissime difficoltà dei primi anni, quando talvolta abbiamo anche pensato di gettare la spugna, perché inserire il prodotto nella grande distribuzione è stato molto complesso, questa è stata la nostra fortuna, perché ci ha consentito di muoverci nel settore con modalità inesplorate e logiche totalmente innovative, che alla lunga ci hanno dato ragione.
AFE: Qual è la vostra missione? Che cosa vi proponete?
AB: Quando abbiamo scoperto quest’acqua la prima volta, il nostro sogno è stato subito di poterla portare sulla tavola di tutti gli Italiani. Da allora, la nostra missione è di portare l’acqua di sorgente, intatta, con le stesse caratteristiche che ha all’origine, nelle case dei consumatori. Possiamo farlo grazie ad uno stabilimento all’avanguardia, altamente tecnologico ed efficiente, in continuo aggiornamento, in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori e del mercato con una grande flessibilità e rapidità di reazione. Ora vogliamo crescere con la nostra identità di gruppo del beverage: negli ultimi anni ci siamo concentrati nello studio e realizzazione di nuovi brand e bevande che rispecchiano gli stessi valori di qualità dell’acqua Sant’Anna.
AFE: Qual è il vostro tratto distintivo, la vostra firma nell’attività che fate?
AB: Abbiamo sempre agito fuori dagli schemi e continuiamo a farlo. Essere neofiti del settore ci ha spinto ad avere sempre un atteggiamento critico nei confronti delle abitudini. Ci facciamo notare con soluzioni alternative e innovative, che spesso interrompono consuetudini consolidate nel settore per aprire nuove frontiere. In tutto quello che facciamo c’è innovazione, dallo studio del prodotto ai processi, dal confezionamento alla logistica, fino alla comunicazione. È un tipo di innovazione che risponde sempre a precise esigenze, come quelle del risparmio di risorse e riduzione dell’impatto ambientale. Anche la sostenibilità per noi è un orizzonte a 360°: oltre a quello che facciamo direttamente, cerchiamo continuamente di esortare chi lavora con noi a fare lo stesso. È un meccanismo virtuoso.
AFE: Che cosa vi ha coinvolto del progetto Art For Excellence?
AB: Ci piace in particolare l’idea che anche l’operato di un’azienda possa essere considerato una forma di arte. E siamo convinti che lo sia davvero, quando un’azienda è fatta di persone appassionate e motivate, che curano il processo di produzione come si fa nel più coinvolgente processo creativo. L’acqua è una materia difficile da domare: siamo curiosi di conoscere l’esito della creazione artistica che ci riguarda.
AFE: Le vostre creazioni sono talvolta fisiche, tangibili, mentre altre volte si tratta di azioni, performance happening. Cosa vi indirizza verso un linguaggio piuttosto che un altro?
Caretto-Spagna: I nostri lavori nascono quasi sempre in relazione a un contesto specifico. Normalmente non scegliamo un medium a priori ma piuttosto lasciamo che sia l’idea stessa a “suggerire” il medium più adatto per svilupparla. Spesso sperimentiamo tecniche e pratiche nuove con un approccio euristico.
AFE: Voi avete scelto di lavorare in coppia. Cosa cambia rispetto a un approccio individuale all’arte?
CS: Per poter lavorare in coppia in un lavoro di creazione è sicuramente necessario avere una certa sensibilità comune e una grande disponibilità a mettere in discussione le proprie idee. Il lavoro subisce, sin dalle sue prime fasi, una continua messa alla prova e un’analisi critica serrata molto prima di essere presentato al pubblico. Spesso, nel sentire comune, la creazione artistica è ritenuta essere un fatto tipicamente individuale e soggettivo. Ci piace pensare invece che l’atto creativo possa essere considerato un “atto relazionale”, che scaturisce dall’incontro tra diversi soggetti, umani e non umani, viventi e non viventi, in un certo contesto.
AFE: L’arte è per voi ricerca. Lo è solo per voi o lo è anche per i destinatari delle vostre opere?
CS: L’arte è sempre un’attività di ricerca, una forma di conoscenza del mondo, sia per chi la produce che per chi ne fruisce. L’oggetto artistico rimane in fondo enigmatico, non è mai del tutto in chiaro, nemmeno per il suo creatore. Esso coinvolge in un’esperienza di ricerca “collettiva” tanto il suo creatore quanto i fruitori.
AFE: Quanto è importante per voi l’ambiente in cui trova collocazione la vostra arte?
CS: Tutto è “ambiente”! L’ambiente per noi non è solo il luogo dove un’opera trova una collocazione, una “scenografia” per essa, ma è sempre parte integrante e imprescindibile dell’opera stessa. I nostri lavori nascono sempre dal rapporto con uno specifico contesto. La forma dell’opera è una proprietà emergente dal contesto, dall’esplicarsi di un campo di forze in cui l’artista è solo una delle componenti tra le altre.
AFE: Nei vostri lavori c’è grande attenzione al rapporto con la natura, con gli elementi. L’azienda a cui siete abbinati ha una forte sensibilità ecologista. Può l’arte dare un contributo in questo ambito ?
CS: L’arte può dare un contributo in ogni ambito in cui agisce. Nel caso del rapporto con la Natura, un contributo importante che essa può dare è forse quello di provare a mettere in discussione il concetto stesso di Natura così come è andato delineandosi culturalmente nel corso del tempo: una Natura intesa come qualcosa che sta in un altrove, “là fuori”, in un mondo completamente separato dal mondo “umano”. La conseguente visione dicotomica derivante da tale concetto, Natura vs Cultura, è, a nostro parere, uno dei principali motivi che hanno determinato questa situazione di crisi, che non è solo ambientale ma anche economica e sociale.
AFE: Cosa ci dite dell’opera che avete realizzato per Art for Excellence?
CS: Per questa iniziativa abbiamo lavorato a un progetto che riguarda la materia Acqua, indagata da diverse prospettive. Abbiamo cercato di instaurare un dialogo utopico tra noi e questa materia attraverso una particolare pratica divinatoria.